“Un libro che ci accompagna prolunga il legame ombelicale con quello spazio intimo che continuiamo a chiamare casa.”
Qualche tempo fa fui invitata da Melita Richter a partecipare ad una iniziativa che trattava un tema universale: la migrazione ed il libro.
Melita Richter è nata a Zagabria, in Croazia, ed oggi vive ed insegna all’Università di Trieste. Sociologa, saggista, si occupa da anni di temi legati alle problematiche di migrazione e di inserimento degli alunni stranieri nella scuola italiana. Collabora a riviste nazionali ed interculturali sui temi dell’interculturalità, dell’integrazione europea e delle questioni balcaniche . Ha promosso la collana editoriale del CACIT, il Coordinamento delle associazioni e delle comunità degli immigrati nella provincia di Trieste, dove ha curato diverse antologie.
Nella email che ricevetti Melita mi chiedeva di contribuire alla stesura di un antologia dal titolo Il libro nella vita dell’immigrato. Da subito il progetto mi colpì e interessò moltissimo. Amo leggere e alcuni libri mi hanno seguita in voli transoceanici, in valigia o nei containers e mai potrei separarmene. Descrivere la mia esperienza d’espatrio attraverso i libri che mi hanno accompagnato la trovai immediatamente un’oppotunità originale e da non perdere.
Nonostante non sia una scrittrice, il mio testo piacque e fu inserito nel libro, pubblicato nel novembre 2015 con il titolo Libri migranti ed edito da Cosmo Iannone.
Il libro raccoglie trentanove voci narranti ed è ricco di storie e contenuti. Nei testi si indaga non soltanto la ricchezza culturale che i libri cha abbiamo assimilato ci hanno regalato ma anche l’importanza dei ‘nostri’ libri nel nuovo contesto linguistico e culturale della terra che ci ospita, per alcuni l’Italia e per altri, come nel mio caso, il nuovo paese d’accoglienza.
Che cosa succede quando il nostro patrimonio letterario incontra una nuova cultura? Nel proprio paese bastava una citazione estrapolata da un libro per fare capire al nostro interlocutore che cosa volevamo comunicare. Ma in un contesto culturale nuovo, che cosa avviene? Da quali autori locali ci lasciamo attrarre ed entusiasmare? Quanto e’ importante la biblioteca: quella di casa, quella della scuola, quella pubblica, in un nuovo contesto sociale?
Vi invito a leggere con piacere questa ricca antologia di personali memorie libresche.
Nel Giugno del 2016 il libro è stato insignito del Premio Letterario “Francesco Gelmi di Caporiaccio” come riconoscimento per l’originale progetto editoriale.
Alessandra Giacchi, Aprile 2017
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