Oggi abbiamo avuto un ospite speciale: Federico Iarlori, che ha simpaticamente discusso con noi il suo libro “Se una notte a Parigi, una tedesca e un italiano” (Giunti), di cui abbiamo raccontato qui.
Federico ci ha parlato di questo romanzo di formazione, che descrive un personaggio “quasi osceno, con idee grossolane riguardo ad altre culture, all’altro sesso ecc.”, che diventa padre. Attraverso un processo, che potremmo dire doloroso (ma anche divertente agli occhi di chi legge) matura, si accetta, riconoscendo i suoi preconcetti, i limiti delle prime “generazioni Erasmus”, ed immaginando una generazione futura, quella dei suoi figli, migliore della sua.
Gli interventi delle frequentatrici del tè letterario non si sono fatti attendere, e sono stati sempre molto interessanti, dando la possibilità a Federico di parlare in maniera aperta, ironica e senza filtri di diverse problematiche toccate dal suo libro, come il fatto che la società occidentale non valorizza chi sta a casa e si occupa della crescita dei figli, e men che meno è preparata al fatto che siano degli uomini a ricoprire questo ruolo.
Abbiamo parlato del ruolo centrale che il lavoro e la carriera ricoprono nella nostra società, e del fatto che l’identità personale spesso si fonde con quella lavorativa, lasciando poco spazio ad altri valori importanti. Un aspetto spesso duro per chi non si trova in espatrio,specie se “al seguito”, e quindi ha spesso difficoltà a costruire una carriera lineare.
Abbiamo riso di alcuni cliché parigini raccontati nel testo, nei quali alcune di noi si sono ritrovate. E ci siamo compiaciute nel riscontrare che dietro la forte ironia presente nel libro, c’e’ spazio per riflessioni profonde, serie ed a volte amare.
Federico ha anche condiviso apertamente con noi i pensieri più difficili che accompagnano un genitore dopo la nascita di un figlio, specie nei periodi in cui questi richiedono il 100% della nostra attenzione. Ha parlato dello stato di profondo cambiamento, che a tratti può essere soffocante, in cui quasi ci si annienta. Nel libro scrive “stavo scomparendo piano piano, seppellito dai miei compiti e dall’ossessione di non commettere errori”.
Molti genitori della generazione di Federico si ritrovano in queste parole, che è importante condividere per sentirsi meno “sbagliati”.
L’incontro è stato allegro, e sappiamo che Federico se la cava già benissimo con la seconda paternità! C’è speranza.
Venusiaexpat
Cosa stanno leggendo le donne di Expatclic:
Man and boy, Toni Parson
Bella mia, Donatella Pietrantonio
Patria, Fernando Aramburu
Canne al vento, Grazia Deledda
Le poesie di Cesare Pavese
The Yellow House, Sarah M. Broom
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