Té letterario del 27 gennaio: Libri che parlano di morte

Non abbiamo voluto neanche per un attimo pensare a chi storceva il naso o alzava gli occhi al cielo di fronte a questo argomento, per noi bello e interessante come tutti gli altri. Ci siamo buttate nella discussione senza sapere bene cos’aspettarci, e in effetti gli interventi sono stati diversi tra loro. C’è chi ha parlato di libri che parlano di morte mettendoli direttamente in rapporto alla propria esperienza personale, mentre altre si sono limitate a dare qualche titolo, come sempre accompagnato da commenti interessanti e fonti di ispirazione.
Cerchiamo quindi di dare un senso a questo percorso, mischiando commenti e titoli nella speranza di darvi qualche spunto interessante se siete alla ricerca di titoli sul tema.

Una cosa che è emersa è che difficilmente i libri non parlano di morte. Magari non è lei la protagonista, ma qualcuno che muore c’è sempre, perchè così è la vita. Una di noi se ne è resa conto proprio pensando ai titoli da portare. “Comunque sia” ha detto, “leggo sempre libri nei quali in un modo o nell’altro ci scappa il morto“.

Eccovi qualche titolo:

Sorella, mio unico amore, di Joyce Carole Oates – molto bello, molto triste;
Ninna nanna, di Leila Slimani – agghiacciante storia di una terribile fatto compiuto da una baby-sitter, libro tragico ma al contempo molto ricco;
Al giardino ancora non l’ho detto, di Pia Pera, è stato nominato e apprezzato da più di una di noi. Pia ha poco più di sessant’anni quando si scopre affetta da SLA. In questo diario intimo e generoso, ci accompagna con eleganza e delicatezza nei sentimenti più profondi che la malattia ci costringe ad affrontare.

Molto apprezzati i titoli di Tiziano Terzani, in questo contesto. Non solo Un altro giro di giostra e La fine è il mio inizio, nei quali l’autore affronta la malattia, la ricerca di significato, e la relazione con la morte, ma anche, ad esempio, Un indovino mi disse, che ricorda a una di noi la sua paura di morire in aereo, mentre tutta la sua vita si svolge in aereo. La vulnerabilità, la ricerca di un’uscita e la paura della morte si mischiano in questo libro che viene giustamente annoverato tra quelli sul tema.

Appunti sul dolore, di Chimamando Ngozi Adichie è stato più volte citato. Scritto dall’autrice alla morte del suo adorato papà, è l’ennesimo generoso gesto di condivisione di un dolore universale. Cita una di noi:

Il dolore è tutt’altro che inconsistente; è concreto, schiacciante, impenetrabile. Il suo peso aumenta in massima misura la mattina, dopo il sonno: è un cuore di piombo, una realtà ostinata che si rifiuta di cambiare. Non vedrò più mio padre. Mai più.

E per restare con la stessa autrice, pur su un altro titolo, viene citato anche Metà di un sole giallo, che si svolge sullo sfondo della guerra in Biafra. Altro capolavoro di temi universali.

L’amante di graphic novels tra noi cita Dylan Dog che raccomanda caldamente a chi non l’avesse ancora letto, e anche La profezia dell’armadillo, di Zero Calcare, un tema molto forte trattato con grande delicatezza.

Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna ci mostra invece un modo ironico e divertente di affrontare l’argomento della morte;
Se i gatti scomparissero dal mondo, di Kawamura Genki, è un libro giapponese piuttosto leggero, ma che affronta l’argomento morte in modo inedito;
I pescatori, di Chigoze Obioma, è intriso di morte. Abbiamo discusso di questo, perchè non è percepito necessariamente per questo motivo da altre, ma è innegabile che finisce male;
Dall’altra parte, di Sandro Bartoccioni, Gianni Bonadonna e Francesco Sartori viene segnalato come un’opera fondamentale per capire la malattia. I tre autori sono medici che si ammalano gravemente, e raccontano cosa vuol dire essere “dall’altra parte”. La stessa persona che ci segnala questo, cita anche Cinque inviti – Come la morte può insegnarci a vivere pienamente, di Frank Ostaseski, La morte di Ivan Illich, racconto di Lev Tolstoj, che ci parla di dolore in maniera molto asciutta e diretta, e infine Vite mie, di Yari Selvetella, che racconta la perdita della donna amata – libro molto faticoso;
Diario di un dolore, di C.S. Lewis, narra la reazione dell’autore alla morte della moglie, ed è un libro forte, di profonda analisi ed elaborazione del lutto. Lo stesso si può dire di L’anno del pensiero magico, di Joan Didion, che parla della perdita del marito. Parte invece da un fatto reale (la morte del figlio del presidente statunitense Lincoln) il romanzo Lincoln nel bardo, di George Saunders, per elaborare in modo fantasioso il dolore di fronte alla morte di un figlio.

E restando su questo dolorosissimo tema, citiamo Paula, di Isabel Allende, e Il viaggio di Vittorio, di Egidia Beretta, madre di Vittorio Arrigoni, volontario pacifista assassinato nella Striscia di Gaza.

Gli spiriti non dimenticano, la biografia che Vittorio Zucconi ha scritto per raccontare la vita del famoso capo Sioux, è un modo bellissimo di onorare la morte, in quanto l’autore, nel ricostruire le vicende del personaggio, si sente trascinato nella mistica, fino a cambiare profondamente. Anche l’autrice Louise Erdrich nelle sue opere affronta la morte in maniera decisamente diversa. Qualcuno ha menzionato la saga di Harry Potter, definendolo “un cimitero”, e alcuni libri di Melania Mazzucco, come Limbo, Una giornata perfetta e Il volo dell’angelo.

Una di noi ha offerto una coinvolgente riflessione su come la nostra società affronti il discorso della morte in modo quasi bipolare, isterico, essendosi a fondo operata per allungare l’aspettativa di vita a tal punto da far scomparire l’idea della morte, quasi non fosse più capace di affrontare la sofferenza causata dal lutto. Sempre lei ha consigliato l’immenso Sostiene Pereira, di Antonio Tabucchi, il racconto di un vedovo completamente a nudo di fronte alla sua fragilità e incapacità di elaborare il lutto per la perdita dell’amata moglie.

Altri titoli menzionati:
Tutti i bambini tranne uno, Philippe Forester;
La signora Dalloway, Virginia Woolf;
Binari, Giorgia Tribuiani, che termina con un’interessante intervista a un esperto;
Le vite nascoste dei colori, Laura Imai Messina;
Il libro tibetano del vivere e del morire, Sogyal Rinpoche;
Sai chi sono io?, Elisabeth Helland Larsen e Marine Schneider, una favola norvegese per spiegare la morte ai bambini;
Le intermittenze della morte, José Saramago;
Bianco è il colore del danno, Francesca Mannocchi, un libro che è stato di grande aiuto a chi l’ha menzionato, nell’accompagnarla nella morte della madre;
La ridicola idea di non vederti più, Rosa Montero, la biografia di Marie Curie intrecciata alla storia di morte dell’autrice che ha perso il suo compagno. Cita chi l’ha citato:

La morte gioca con noi a Un, due, tre stella! Il gioco in un bambino conta con il viso contro la parete e gli altri cercano di toccare il muro senza che il bambino li veda mentre si muovono. Bè, con la Morte è la stessa cosa. Entriamo, usciamo, amiamo, odiamo, lavoriamo, dormiamo; cioè, passiamo la vita a contare come il bambino del gioco, divertiti o intontiti, senza pensare che la nostra esistenza ha una fine. Si scopre che si sta giocando a 1,2, 3 stella! Quando qualcuno muore vicino a noi che non sarebbe dovuto morire.

E ci regala anche una citazione da Non vi lascerò orfani, di Daria Bignardi:

[…]venitemi a trovare qualche volta al cimitero di Castello e fermatevi a mangiare le crecsentine fritte e lo squacquerone da Cesare. Sarebbe bello se non vendeste la casa dei nonni e se riusciste a sistemarla e ad andarci in vacanza ogni tanto, ma vedete voi. Se decidete di venirci ricordatevi che giugno e settembre sono i mesi migliori e che si può fare il bagno alle Braglie del fiume Sillaro.

Ultimi citati: L’uomo che metteva in ordine il mondo, di Fredrik Backman, la tenera storia di un vedovo che tenta a più riprese il suicidio ma viene sempre interrotto, fino a riprendere gusto per la vita, Il ponte di San Giacomo, Luigi M. Lombardi Satriani e Mariano Meligrana, per spiegare riti e concenzione delle morte nella società contadina del sud Italia, e Il defunto odiava i pettegolezzi, Serena Vitale.

Abbiamo concluso questa bella discussione citando la splendida poesia di Wisława Szymborska, Il gatto in un appartamento vuoto:

Morire – questo a un gatto non si fa.
Perché cosa può fare il gatto in un appartamento vuoto?
Arrampicarsi sulle pareti.
Strofinarsi tra i mobili.
Qui niente sembra cambiato,
eppure tutto è mutato.
Niente sembra spostato,
eppure tutto è fuori posto.
E la sera la lampada non brilla più.
Si sentono passi sulle scale,
ma non sono quelli.
Anche la mano che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima.

Qualcosa qui non comincia
alla sua solita ora.
Qualcosa qui non accade
come dovrebbe.
Qui c’era qualcuno, c’era,
e poi d’un tratto è scomparso,
e si ostina a non esserci.
In ogni armadio si è guardato.
Sui ripiani è corso.
Sotto il tappeto si è controllato.
Si è perfino infranto il divieto
di sparpagliare le carte.
Cos’altro si può fare.
Aspettare e dormire.

Che provi solo a tornare,
che si faccia vedere.
Imparerà allora che con un gatto così non si fa.
Gli si andrà incontro come se proprio non se ne avesse voglia,
pian pianino,
su zampe molto offese.
E all’inizio niente salti né squittii.

Cosa stanno leggendo le donne di Expatclic

Appunti sul dolore, Chimamanda Ngozi Adichie
I grandi sognatori, Rebecca Makkai
24 ore nella vita di una donna, Stefan Zweig
Al di qua del fiume, Alessandra Selmi
Il ballo delle pazze, Victoria Mas
Bucarest. Polvere e sangue, Margo Rejmer
La Bâtarde, Violette Leduc
Flâneur: L’arte Di Vagabondare per Parigi, Federico Castigliano
Il mio amico e la puttana, Adam Zamenzaad
Un gentiluomo a Mosca, Amor Towles
Avere tutto, Marco Missiroli
Il popolo degli alberi, Hanya Yanagihara
Varietà della malinconia, Alain de Botton
Francesco e l’infinitamente piccolo, Christian Bobin
God save the queer, Michela Murgia


Ci ritroviamo venerdì 10 febbraio 2023 alle 15:00 ora italiana per parlare di Libri di viaggio. Scrivete a claudiaexpat@expatclic.com per partecipare.

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