Letteratura di minoranza
Oggi il gruppo del Tè letterario di Expatclic si è riunito per discutere di letteratura di minoranza.
Innanzitutto abbiamo dovuto chiarire per con Letteratura di minoranza non intendevamo Letteratura minore. Letteratura di minoranza per noi – abbiamo scoperto discutendo – include tutti quei gruppi che per qualsiasi ragione discriminatoria non vengono rappresentati in maniera equa nelle letterature nazionali e anche a livello più ampio.
Abbiamo parlato ad esempio della comunità disabile e come questa sia, in generale, sottorappresentata. Ci sono pochi testi dedicati alle persone disabili. Cosa che s’inserisce, naturalmente, nella cultura dell’abilismo, ma non solo. Abbiamo riflettuto sul fatto che spesso è difficile tracciare una linea netta tra il concetto di abilismo e disabilità.
Abbiamo nominato Marina Cuollo, e come spesso sia presentata in maniera fuorviante. .



Letteratura di minoranza si riferisce anche al mercato editoriale, che non rappresenta sufficientemente determinati argomenti e determinate lingue. Si è parlato ad esempio della letteratura dei nativi americani, e in generale della scarsa attenzione editoriale su questo gruppo. Paula Gunn Allen, ad esempio, poetessa e scrittrice del New Mexico, ha dedicato tutta la vita alla pubblicazione di opere sui nativi americani, ed è tutt’oggi poco conosciuta.
Anche il mondo andino è decisamente poco rappresentato. Soprattutto se si esprime in lingua Quechua. Lo scrittore peruviano Manuel Scorza ha creato opere di grande impatto rappresentativo per le comunità andine, ma era limegno. Ci siamo soffermate anche sul fatto che spesso alle minoranze in letteratura viene data voce da persone al di fuori delle loro comunità. E’ il caso questo, ad esempio, di Al canto delle balene, di Massimo Maggiari, che però, pur avendo il pregio di farci avvicinare alla natura e alle sue genti in modo diverso, non sono è stato scritto da chi in questa natura ci vive.

Eccovi i titoli che sono stati nominati durante la discussione:
- Figlia del temporale, Valentina d’Urbano, ci parla delle vergini giurate in Albania, attraverso il racconto di una ragazza che si unisce a una piccola comunità di pastori nel suo paese;
- Gli invisibili, Pajtim Statovci. Questo libro non solo viene da un autore della minoranza kosovara, ma racconta l’amore tra due uomini. Si è discusso anche del fatto che la comunità LGBTQ+ non è sufficientemente rappresentata. Si sono citati a questo proposito i libri di Camila Sosa Villada, donna trans argentina, e Princesa, la storia di Fernanda Farías de Albuquerque, una delle prime donne trans a raccontarsi;
- Al giardino ancora non l’ho detto, Pia Pera, altro gruppo che potrebbe considerarsi di minoranza: quello della letteratura sulle malattie;
- Guantanamo diary, di Mohamedou Ould Slahi, racconta la storia dell’autore, imprigionato senza accusa per anni nella temibile prigione di Guantanamo. Per pubblicare il libro Mohamedou ha dovuto passare dei bigliettini ai suoi avvocati durante le visite, e quando questo è stato pronto, la censura, prima di darlo alle stampe, ha nascosto buona parte della narrazione con un terribile pennarello nero. Comprarlo per credere;
- Rossi fiori del Tibet, A Lai, è un meraviglioso romanzo di uno scrittore cinese di etnia Hui, di fondamentale importanza per la letteratura tibetana, ma che ha avuto pochissima distribuzione.
Alla fine di questa bella chiacchierata, abbiamo concluso che dobbiamo impegnarci molto di più nel ricercare opere di letteratura di minoranza. Nessuno ce le offrirà perché quello che ci arriva attraverso gli schermi è ciò che il mercato editoriale occidentale vuole venderci. Noi, però, abbiamo gli strumenti – il Tè letterario è uno di questi – per “disorientarci” e tuffarci in mondi ai quali non viene dato sufficiente spazio.