Ringraziamo Venusia Vinciguerra, del team di Expatclic, per questa recensione dell’ultimo romanzo di Giuliana Arena, La notte delle perle.

Sinossi
Nel 1943 Cecilia lascia Milano per rifugiarsi in un hotel di lusso a Sils Maria in Svizzera, dove incontra personaggi vividi e sfaccettati, anch’essi in fuga dalla guerra. In questo rifugio sospeso, dove gli orrori del conflitto arrivano solo come echi lontani, le vite si intrecciano e, dopo aver dato alla luce un bambino che non sente suo, una notte accade qualcosa che cambia tutto, inchiodandola ai sensi di colpa e segnando profondamente il suo destino.
Nel 2010, Samar vive ad Algeri e, su richiesta del padre malato, parte per Parigi alla ricerca delle sue origini e di se stessa. Il viaggio la conduce poi in Svizzera, dove il suo cammino si intreccia con il passato in modo avvincente e sorprendente, annodando i fili che la legano a quei luoghi tra passato, presente e futuro.
L’autrice
Giuliana Arena, autrice di diversi libri, Il nido di vetro, Dopo le nubi il sole (entrambi San Paolo Ed.) e il racconto La casa azzurra nell’antologia Voci in fuga (Prospero Edizioni), dal 2018 vive a Bucarest, in Romania. Contribuisce alla realizzazione della Libreria Umana della community Expatclic, e scrive, monta e racconta il podcast Sconfinate, storie di altri mondi.
Recensione di La notte delle perle
Il destino di due donne s’intreccia ne La notte delle perle attraverso i fili della Storia. Cecilia, incinta e rifugiata in un elegante hotel di lusso durante la Seconda guerra mondiale, cerca di sfuggire agli orrori del conflitto; Samar, giovane algerina in viaggio alla scoperta delle proprie radici, percorre un cammino di ricerca e scoperta personale. Le loro vite, apparentemente distanti, si avvicinano attraverso un intreccio narrativo che esplora il rapporto con la maternità e con la genitorialità, oltre alla tensione tra identità e appartenenza.

Giuliana Arena costruisce un romanzo in cui le atmosfere algerine, parigine e alpine si susseguono con naturalezza, accompagnando il lettore in un viaggio tanto fisico quanto interiore. L’alternanza tra le due linee temporali crea un ritmo avvincente, capace di mantenere alta la tensione emotiva, mentre il contrasto tra la dimensione chiusa e protetta dell’hotel – rifugio e prigione allo stesso tempo – e gli spazi aperti del viaggio di Samar rispecchia la doppia ricerca delle protagoniste: la fuga e l’incontro con se stesse.
I personaggi sono sfaccettati e interessanti. Oltre a Cecilia e Samar, anche le figure secondarie arricchiscono la narrazione con storie che si intrecciano in modo armonico e ben calibrato. La scrittura di Arena è elegante e evocativa, capace di restituire con delicatezza i paesaggi – dai vicoli assolati di Algeri alle montagne imbiancate di Sils Maria, le tensioni profonde dei personaggi, i piccoli dettagli delle loro vite.
In questo romanzo il tema del viaggio e dell’espatrio non è solo un elemento geografico, ma diventa metafora di trasformazione, di scoperta e di riconciliazione con le proprie origini. L’autrice tratteggia con sensibilità la complessità dell’identità migrante e il bisogno universale di trovare un luogo dove sentirsi a casa.
La notte delle perle è una lettura ben pensata e appassionante, ideale per chi ama i romanzi ricchi di intrecci, atmosfere suggestive e riflessioni profonde. Un viaggio emotivo che resta dentro, perfetto anche come regalo per chi apprezza storie di viaggi, esilio e appartenenza.
Venusia Vinciguerra Veum
Foto di testata: Liligance su licenza Unsplash