Il libro Cigni Selvatici è un potente racconto autobiografico che attraversa le vite di tre generazioni di donne nella Cina del XX secolo.
Attraverso le storie della nonna, della madre e di sé stessa, Jung Chang ricostruisce con sensibilità e rigore la complessa evoluzione politica e sociale del suo Paese: dalla caduta della dinastia Qing alla Rivoluzione Culturale, fino alle origini della Cina moderna.
La narrazione si apre con la figura della nonna, nata negli ultimi anni della Cina imperiale. Giovane e bellissima, fu venduta dal padre ambizioso a un generale, uno dei cosiddetti “signori della guerra”, come concubina. Dopo la morte del generale, affrontò da sola le difficoltà della maternità e poi un nuovo matrimonio, incarnando quei temi di resilienza e sopravvivenza che attraversano tutto il libro.

La vita della madre di Jung Chang segna il passaggio da una Cina ancora feudale a una nazione in profonda trasformazione. Nata durante l’invasione giapponese della Manciuria, visse un’infanzia segnata da continui spostamenti. Entrò giovanissima nel Partito Comunista, animata dalla speranza di superare i “barbari costumi dell’epoca antica”, sostenere l’emancipazione femminile e l’uguaglianza sociale. Dedicò la sua esistenza agli ideali rivoluzionari, sposando un compagno altrettanto fedele alla causa, destinato a diventare un alto funzionario del partito.
Dopo le persecuzioni inflitte dai signori della guerra, l’occupazione giapponese e il regime corrotto del Kuomintang, il lettore assiste al diffuso ottimismo che il comunismo sembrava promettere. Tuttavia, quell’ideale venne presto incrinato dalle dure realtà del nuovo regime. Anche la madre di Chang sperimentò questa profonda disillusione. Ma una volta dentro il Partito Comunista, uscirne non era davvero un’opzione.
Jung Chang nacque nel 1952. Da adolescente, come molti suoi coetanei, si unì con entusiasmo alle Guardie Rosse, sostenendo la linea di Mao Zedong e partecipando alle campagne contro i “controrivoluzionari”, tra cui, tragicamente, anche i suoi genitori. La propaganda, l’obbedienza cieca e il clima di sospetto e repressione segnarono profondamente la sua famiglia e la sua identità. Le ferite più profonde si aprirono durante la Rivoluzione Culturale (1966–1976), uno dei periodi più drammatici della storia recente cinese.
Wild Swans (titolo originale) accompagna il lettore attraverso gli eventi cruciali del Novecento cinese: l’invasione giapponese, la guerra civile tra comunisti e nazionalisti, la nascita della Repubblica Popolare e il terrore del maoismo più radicale. Con uno stile narrativo chiaro, intenso e coinvolgente, Jung Chang restituisce la durezza della vita quotidiana sotto il regime: la povertà, le deportazioni forzate, le purghe politiche, la soppressione della libertà individuale.
Pubblicato nel 1991, il libro è oggi considerato un caposaldo della cosiddetta “scar literature” (dove scar significa “cicatrice”), un movimento che ha dato voce al trauma collettivo vissuto durante gli anni della Rivoluzione Culturale. Nonostante il grande successo internazionale e le numerose traduzioni, Cigni selvatici resta tuttora bandito nella Cina continentale, come molti altri testi critici nei confronti del passato maoista.
Un’opera imprescindibile per chiunque voglia comprendere in profondità la geografia umana e politica della Cina contemporanea. Con straordinaria lucidità e partecipazione emotiva, Jung Chang dà voce a tre donne straordinarie e, attraverso di loro, a un intero secolo di storia.
Per saperne di più su Jung Chang, è possibile consultare il suo sito ufficiale. Se desiderate invece approfondire la vostra conoscenza della Cina, vi segnalo una selezione di letture consigliate a cura di Claudia e disponibili qui.
Alessandra Giacchi
Foto di Zhu Hongzhi su Unsplash