Oggi abbiamo discusso di quello che scriviamo noi!

Sono emerse delle cose comuni in maniera molto netta, in questa bellissima discussione sui nostri scritti. La prima, forse un po’ sconcertante, è che quasi tutte si sentono un po’ imbarazzate a rileggere quello che hanno scritto tanto tempo fa. Tutte hanno tenuto, alcune ancora tengono, dei diari. Ma rileggersi è come trovarsi di fronte un’altra persona, cosa che le nostre accanite non sembrano prendere sempre alla leggera.
Un’altra cosa che è stata riportata da più di una, è il bisogno di fare quello che si desidera – compreso scrivere – quando ci si rende conto che la vita è qui e adesso. Questo accade spesso dopo la perdita di una persona cara, ma non necessariamente.
E’ stato divertente parlare delle cose che abbiamo pubblicato. Mentre un paio di noi sono davvero scrittrici, o hanno pubblicato delle opere complete da loro firmate, quasi tutte hanno all’attivo almeno un articolo di giornale o un racconto in un’antologia. Blog post, articoli su siti vari, report universitari…l’importante è scrivere.
“Scrivere è il mio modo di stare al mondo“, ha affermato una di noi. Per un’altra, “scrivere significa non dimenticare più” , e ancora “scrivere è un po’ come fumare“.
Abbiamo scoperto una storia pazzesca di una di noi, che discende da una famiglia di poetesse e scrittori (tra cui alcuni molto famosi), e che proprio per questo dichiara di aver scritto l’ultima volta all’età di sette anni e poi mia più. Chissà che, spronata dalle accanite del té letterario, non riprenda in mano la penna.
Ci sono poi altre forme di scrittura raccontate qui e là. Alcune tengono delle agende “ibride”, sulle quali annotano informazioni, eventi importanti, riflessioni, e quant’altro segni le loro giornate. Un’altra scrive invece solo per sua figlia. Ogni giorno alimenta un diario in cui racconta quello che la figlia ha fatto, sentimenti legati a determinate cose, piccole conquiste e fatti che marcano la sua giovane vita. Un’altra tiene una sorta di scrapebook, sul quale ogni sera annota anche solo una riga, che racconta ciò che di quella giornata vuole ricordare, magari accompagnato da un bigliettino, una cartolina, un ingresso a un museo.
Scrivere, insomma, per registrare la vita. E’ risultato evidente che chi ha una forte connessione con la lettura, ha bisogno in qualche modo di far vivere anche la scrittura. E chi di noi ancora non lo fa, sarà stata sicuramente incoraggiata dai racconti che ci siamo scambiate oggi.
Cosa stanno leggendo le donne di Expatclic
Il corpo accusa il colpo, Bessel van der Kolk
I bambini di Svevia, Romina Casagrande
Il volo dell’angelo, Melania Mazzucco
Cose, spiegate bene. Questioni di un certo genere, Ed. Iperborea
La tigre nella giungla, Henry James
We were the Mulvaneys, Joyce Carol Oates
Un amore senza fine, Scott Spencer
Un’eredità di avorio e ambra, Edmund de Waal
Il paese degli altri, Leila Slimani
Donna delle pulizie, Stephanie Land
Home, Toni Morrison
84 Charing Cross Road, Helen Hanff
Voci in fuga, a cura di Mauro Ruggiero
Prossimo appuntamento: venerdì 11 febbraio alle 15:00 per parlare di Libri che ci restituiscono un paese. Scrivete a claudiaexpat@expatclic.com per partecipare.